Si parla tanto al giorno d’oggi di bullismo, cyberbullismo e atti di violenza in genere.

Andiamo direttamente a vedere di cosa si tratta. Perché erroneamente potremmo pensare: ‘quei ragazzini si stanno spintonando’, ‘quelle persone stanno litigando, ecco un atto di bullismo’, oppure potremmo etichettarli come ‘le solite ragazzate’.

C’è una distinzione ben netta tra questi due estremi. Cerchiamo di capirla insieme. Proprio perché questo fenomeno è dilagante al giorno d’oggi.

Bullismo. Quali sono le sue caratteristiche principali?

Il bullismo è un atto intenzionale, violento, manifesto e ripetitivo. Che cosa vuol dire?

  • Il bullismo è violento. Non si tratta solo di violenza fisica, ma anche e soprattutto violenza psicologica e morale. Quindi parliamo di violenza verbale, con azioni costanti.
  • Il bullismo è intenzionale. Non è un episodio che può capitare una volta tanto nella vita. Il bullo non può dire ‘non mi ero accorto’, ‘non pensavo’. No, il bullo sceglie di dire e di fare quella precisa azione verso quella determinata persona.
  • Il bullismo è manifesto. Solitamente ci sono un gruppo di persone che assistono all’atto di bullismo. Perché una caratteristica propria del bullo e del bullismo è quella di trarre piacere, se c’è qualcuno che assiste a questi atti. Quindi non si tratta mai di violenze fatte in sordina, ci deve essere qualcuno che ne è testimone.
  • Il bullismo è ripetitivo. Non c’è mai un singolo atto di bullismo, gli episodi devono essere almeno due o tre, ripetuti nel tempo e diretti alla stessa persona presa di mira.

Le caratteristiche del bullismo

Il bullismo causa danni fisici e psichici a breve e lungo termine.

I danni a lungo termine sono quelli che spesso passano più in secondo piano, perché in genere non se ne ha proprio coscienza. Ma sono anche quelli che alla fine causano ripercussioni maggiori e ad ampio spettro.

Come accennavamo prima, il bullo è una persona che trae piacere nel danneggiare un’altra persona. Fa questo e lo sceglie consapevolmente. E sceglie di utilizzare la propria posizione di dominanza sull’altro in una maniera distorta.

Ci sono sempre relazioni di potere tra pari e relazioni diverse. Nelle relazioni tra individui ci può essere una persona più intelligente, una persona diversamente abile, una persona più alta, una persona più bassa.

Tutto sta nella scelta di come io decido di interpretare la relazione e agire all’interno di essa.

Se io, bullo, decido che il tuo essere più basso di me è un tuo punto debole, e vedo che io posso risaltare grazie questo tuo svantaggio, lo potrò utilizzare in maniera spregevole e negativa.

 

‘’È il potere che determina il significato delle differenze, ovvero ciò che è giusto essere e ciò che è sbagliato essere.’’

Cit. Jordan 1994

 

La citazione sulla relazione di potere di Jordan ci mostra come tutto stia nel vedere chi ha potere come lo usa. Non è tanto la quantità del potere, quanto piuttosto come questo potere viene usato.

Dobbiamo concentrare la nostra attenzione sul come i ragazzini vedono il bullo e come lo interpretano. La dottoressa Antonietta Sajeva ne ha parlato a Psichè.

E qui si innescano una serie di stereotipi. Cerchiamo di sfatarli.

bullismo - quali sono le cause, le conseguenze, gli stereotipi e cosa si può fare

Sfatiamo i maggiori stereotipi sul bullo

In realtà, il bullo, non è una persona stupida, anzi è piuttosto intelligente. Magari ha delle carenze a livello empatico. Essere empatico significa che se vedo una persona soffrire, naturalmente io stesso sono portato a soffrire. Invece il bullo che vede una persona soffrire, ne trae piacere, si diverte. Anzi, pensa a delle strategie per farlo soffrire maggiormente.

Generalmente il bullo non è una persona proveniente da una famiglia disagiata. Anzi i bulli odierni sono persone provenienti generalmente da famiglie agiate e benestanti. Vedremo poi perché c’è questo fenomeno.

Il bullo, ahimè, non è intenzionato a smettere. Non è che se al bullo gli fate la ramanzina, gli togliete il cellulare o lo mettete in punizione, lui smetterà. Ci devono essere interventi mirati di un certo tipo e con una certa costanza nel tempo.

Il bullo non è empatico. Non è in grado di provare il dolore dell’altra persona. Però è in grado benissimo di leggere le emozioni e le vulnerabilità dell’altra persona.

A te non piace fare ginnastica perché non piace vederti in pantaloncini corti?
Io, bullo, ti prenderò in giro da qui fino alla fine dei tempi, perché secondo me hai un corpo brutto, questa è la tua debolezza e io la sfrutto e la uso a mio vantaggio
.

Il bullo non agisce in modo casuale. Cosa vuol dire? Il bullo sceglie con cura le persone da prendere di mira, quindi non è certamente una persona stupida.

Una cosa da sottolineare è che il bullo è una persona a cui non interessano minimamente le norme e le convenzioni sociali. Essendo una persona intelligente, lui sa come ci si deve comportare, lui conosce le regole sociali dello stare a scuola, dello stare in classe. Ci riferiamo adesso esclusivamente ad adolescenti e bambini, ma abbiamo atti di bullismo anche nell’età adulta e non solo a scuola, e questo è chiaro ed evidente a tutti.

Io, bullo, so cosa ci si aspetta da me, ma decido di comportarmi in maniera diversa. So di avere un determinato potere su altre persone quindi decido di usare questo potere per influenzare le altre persone a mio vantaggio.

Come dicevamo prima, il bullo non viene da famiglie disagiate. Può provenire da famiglie o troppo rigide o estremamente permissive, e non parliamo di condizioni e status socio- economici in questo caso.

Il bullo proveniente da queste tipologie di famiglie può essere a sua volta una persona insicura, quindi una persona che in famiglia magari non è molto considerata, e che così decide di emergere all’esterno, quindi ‘fare il grosso’ come si dice, nei confronti di qualcun’altro.

Oppure il bullo può essere una persona che già di per sé ha una buona autostima, si ritiene migliore degli altri e decide di indottrinare le masse del fatto che lui è migliore degli altri.

Sia le famiglie estremamente permissive, dove i bambini vengono lasciati a loro stessi e a cui non vengono posti limiti, che le famiglie estremamente rigide, dove ci sono troppe regole, creano a volte dei piccoli bulli.

Una persona che non conosce i propri limiti, a volte non sa quando deve fermarsi. E anche se lo sa, magari non vuole fermarsi, perché tanto non gli viene mai detto nulla, sa che può permettersi di andare oltre senza conseguenze.

Cosa hanno in comune queste famiglie da cui provengono i bulli?

Non sono famiglie presenti nella vita e nell’emotività del ragazzo. Sia che la famiglia imponga troppe regole sia che non ne ponga alcuna, non osserva e non si occupa della parte emotiva del ragazzo, una parte centrale dell’adolescenza e non solo, importantissima anche nell’età adulta.

Chi è la vittima del bullismo?

Abbiamo parlato un po’ del bullo, parliamo ora della vittima. Chi è la vittima?

Tutti ce la immaginiamo in un certo modo. Film e cartoni animati ci hanno abituato ad avere perlomeno un’idea tipica di questa vittima.

Le vittime del bullo sono persone di solito sensibili, insicure, con delle emozioni forti come l’ansia per esempio. Sono persone isolate, ma soprattutto sono diverse.

Tutto ciò che è diverso può essere preso di mira dal bullo: porti gli occhiali? sei mancino? sei zoppo? sei troppo alto? sei troppo magro? sei un immigrato? non hai la R?

Sono tutte piccole particolarità di per sé, che il bullo decide di prendere come causante, come scusa, del poter agire in maniera aggressiva verso l’altra persona.

Quindi tu sei diverso da me, hai questa caratteristica che è palesemente diversa, e questa cosa io, bullo, decido che non mi va bene.

Il contesto in cui agisce il bullo

Come dicevamo, il bullo non agisce mai da solo, Ha un cosiddetto campo d’azione, composto da bullo, vittima, spettatori, che possono anche decidere di non intervenire, e sostenitori.

Di solito il bullo ha il suo gruppetto di amici che lo fomenta e gli dà corda, e che se anche non prende parte operativa alle vessazioni, comunque contribuisce al mantenersi delle stesse.

Lo psicologo canadese Bandura nel ‘97 propose una teoria molto interessante: il disimpegno morale.

Bandura si chiese: da un punto di vista etico morale, perché si effettuano queste azioni? Perché dovrei scegliere di comportarmi in questo modo?

Bandura parlava di giustificazione morale, confronto vantaggioso, minimizzazione, autolesionismi. Cosa vuole dire? Cosa pensa il bullo?

Io, bullo, faccio bene a comportarmi così, perché lui deve imparare qual è il suo posto. E soprattutto quello che faccio io non è niente in confronto a quello che ti potrebbe fare chi magari ti riga la macchina o ti riempie di botte. Io in fondo l’ho solo preso in giro, l’ho spintonato, cosa vuoi che sia.

disimpegno morale del bullo - bandura -psicologia

Minimizzare vuol dire non riconoscere consapevolmente, o far finta di non riconoscere, il fatto che tutto ciò che si mette in atto è comunque una violenza.

Non ci si può permettere di aggredire un’altra persona, verbalmente o fisicamente, semplicemente perché è diversa. Invece, chi entra in questo meccanismo di potere, tende a darsi queste giustificazioni, per sentirsi legittimato e continuare a farlo.

Un altro fattore importante, che non c’è solo nel bullismo, è la deumanizzazione e la colpevolizzazione della vittima. Questo è stato il motore centrale degli atti perpetrati dal nazismo, e il motore centrale di tante guerre.

Il mio nemico non è un essere umano, è un nemico, è il diverso. Non vedendolo, io come essere umano, sono più in grado di essere aggressivo. Non vedendo l’altro come un essere umano ma come una cosa, un diverso, una cosa da odiare, mi è più facile agire in maniera brutale.

Normalmente tra esseri umani non dovrebbe esserci questo atteggiamento.

Le conseguenze del bullismo sulla vittima

Tutti gli atti di bullismo, dalla presa in giro agli atti fisici, hanno ripercussioni a breve e a lungo termine, sia sul sistema immunitario, quindi sulla nostra salute, sia sul sistema nervoso.

Subire atti di bullismo provoca un aumento di un ormone denominato cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress. Se una persona è molto stressata, probabilmente avrà una grande concentrazione di cortisolo nel sangue. Non solo. Questo stress va a mettere in moto tutta una serie di meccanismi nel nostro sistema immunitario, per cui quest’ultimo poi diventa deficitario. In sintesi, rischiamo di ammalarci.

Non solo rischiamo di ammalarci, dal banale raffreddore a malattie autoimmuni più serie, ma proprio a livello cerebrale, alcune nostre cellule nervose vanno incontro alla morte.

Cosa produce questa morte delle nostre cellule nervose?

  • deficit mnestici
  • deficit attentivi

Come ci ha detto anche la Dr.ssa Sajeva, ‘il livello di attenzione massimo è di 50 minuti, e già dopo i 20 vediamo scendere il primo picco.’

Nei casi più gravi, le vittime del bullismo non riescono a stare attente generalmente per più di 3, 5 minuti. Vi renderete conto che poi è difficilissimo seguire le lezioni, o eseguire un lavoro, se l’attenzione dopo 3 minuti se ne è andata.

vittime del bullismo e del cyberbullismo - caratteristiche e problemi

Lo stress della vittima e l’abuso di sostanze

Alcuni studi fatti negli Stati Uniti prevalentemente sugli animali hanno dimostrato come l’ormone chiamato corticosterone, che solitamente è uno degli ormoni collegati al meccanismo della gratificazione, entri in questi meccanismi di stress nella vittima del bullismo, in associazione all’abuso di sostanze.

Parliamo della stessa gratificazione che può dare l’effetto di una slot machine: metto il gettone, vinco, sono contento; oppure lavoro, prendo la paga, sono contento.

Questi studi hanno dimostrato come la presenza di corticosterone, ormone dello stress presente nelle vittime di bullismo, incida sulla probabilità di abusare di sostanze stupefacenti.

Sono stati fatti, per tali studi, alcuni esperimenti, eseguiti su topi ‘abusati’, a cui per esempio era stata data la scossa elettrica. I topi ‘abusati’ sono stati messi in una gabbia assieme ad altri topi a cui non era stato fatto niente, con a disposizione delle sostanze stupefacenti, come cocaina e alcol.

Il risultato dell’esperimento, come potete immaginare, è stato questo: I topi che avevano subito scosse elettriche erano quelli che maggiormente abusavano delle sostanze stupefacenti, come a volersi auto-gratificare o auto-consolare per aver subito delle cose negative.

Non a caso tantissime persone affrontano le difficoltà della vita rifugiandosi negli stupefacenti o nell’alcol.

Questo cosa ci dice?

Questo ci dimostra come piccoli stress o piccole prese in giro quotidiane possono produrre effetti cronici a lungo termine.

Cos’è il trauma da bullismo?

Perchè parliamo di trauma?

Quando parliamo di trauma generalmente pensiamo a situazioni del tipo ‘mi ha abbandonato la mamma’ , ‘ho avuto un incidente’, ‘ho fatto la guerra del vietnam’,  parliamo anche di disturbo post traumatico da stress, quindi.

Gli studi più recenti a livello internazionale hanno dimostrato appunto come le continue vessazioni, quindi piccoli stress cronici, come dicevamo prima, possono produrre modificazioni a livello cerebrale, al pari degli altri traumi maggiori, quindi possono produrre un disturbo post traumatico da stress.

Questo cosa vuol dire? Cosa produce un disturbo post traumatico da stress?

Il disturbo si traduce in:

  • deficit di attenzione
  • disturbi del sonno
  • livelli di cortisolo alti nel sangue
  • ansia
  • depressione
  • ridotta autostima.
  • deficit di memoria

Parlando di ragazzi, questi sintomi influenzano sostanzialmente il loro futuro. Chi soffre di disturbo post traumatico da stress vedrà così persino ridotta la propria capacità di raggiungere livelli di istruzione alti.

Se io vengo preso in giro dalla prima elementare alla terza media, e mi dicono tutti che sono stupido, non andrò mai a fare un liceo classico ad esempio, è già molto se riuscirò a concludere un professionale.

A maggior ragione, se la mia memoria non è alla pari degli altri, mi metto alla prova il primo anno delle superiori e vedo che non riesco a studiare niente, ci sarà un’ulteriore conferma del fatto che sono stupido e mi ritirerò dalla scuola.

Questo che implicazioni può avere?

Essere vittima di bullismo ha quindi implicazioni gravi sul futuro dei ragazzi. Implicazioni anche nel trovare lavoro o nelle relazioni sociali. Perché se io mi ritengo stupido e ho una bassa autostima, non riuscirò a fare il primo passo e a conoscere gente nuova, non riuscirò ad essere efficace nelle relazioni di tutti i giorni.

Tutto questo in che cosa si traduce?

  • Abbassamento della qualità della vita
  • Maggiore accesso alle cure sanitarie
  • Maggior utilizzo e abuso di farmaci e psicofarmaci, con un conseguente carico per il nostro sistema sanitario

trauma da bullismo - cosa comporta?

Che cosa si può fare in concreto contro il bullismo?

Diamoci un po’ di speranza. Che tipo di interventi possiamo mettere in atto quotidianamente?

Se vediamo qualche ragazzo che secondo noi è immerso in un atto di bullismo, intervenire in maniera efficace e tempestiva può essere utile.

Intervenire subito non servirà tanto a fare in modo che il bullo non ripeta più il suo gesto, quanto a far sì che gli astanti, gli spettatori passivi, agiscano e capiscano qual è la giusta fazione.

Dobbiamo poi essere coerenti. Non deve succedere che se io vedo un mio amico in difficoltà oggi lo difendo e domani mi giro dall’altra parte, perché questo crea ambiguità e crea un senso di sconforto nella stessa vittima.

Da parte sua, la vittima del bullismo, che cosa può fare?

La vittima non deve sentirsi stupida, non deve sentirsi debole, non deve vergognarsi di quello che succede.

Deve anzi cercare di parlarne e cercare comunque l’aiuto di adulti, ma anche degli amici, e di un professionista perchè no. In alcune scuole c’è la figura dello psicologo, meglio che in altre, quindi ci si può rivolgere a loro.


Questo articolo è tratto dall’intervento della Dr.ssa Giulia Adorante a Psichè 2019.

La Dr.ssa Adorante è psicologa e studia presso la scuola di psicoterapia cognitivo comportamentale. L’approccio cognitivo-comportamentale è una terapia di breve durata, dove il terapeuta guida ed accompagna l’assistito.

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P.S. La Dr.ssa Adorante aderisce all’iniziativa sociale #iovadodallopsicologo.

L’iniziativa offre la possibilità di richiedere un voucher per una consulenza individuale gratuita con uno psicologo/psicoterapeuta aderente all’iniziativa, proseguendo con 5 sedute ad un costo agevolato di €40 per singolo incontro.

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