Quanto influisce la famiglia d’origine sul rapporto delle coppie in crisi? E come vivere serenamente in coppia senza essere sopraffatti dalle ingerenze e dai modelli che inconsciamente ci sono dati dalle nostre radici?
L’argomento è stato dibattuto dalla Dr.ssa Caryn Vallesi all’evento Psiché? La psicologia e il benessere. Vediamo assieme le riflessioni ed i suggerimenti della Dr.ssa Vallesi per affrontare la questione dell’influenza della famiglia d’origine nella coppia in crisi.
Le famiglie ovviamente non le scegliamo, ma le nostre famiglie ce le porteremo tutta la vita con noi, sia che siano presenti, sia che non lo siano, sia che abitino al piano inferiore di casa nostra, sia che siano lontane o non siano più presenti nella nostra vita.
Noi veniamo dalle nostre famiglie
Le nostre famiglie d’origine sono le nostre radici, e questo incide enormemente in quello che siamo oggi. Abbiamo un’eredità familiare che vuoi o non vuoi ci influenza e con con cui dobbiamo sempre fare i conti.
Se parliamo di coppie dunque, non possiamo non prendere in considerazione l’influenza delle famiglie di origine. Dobbiamo dunque approfondire l’argomento ‘coppia’ a livello trigenerazionale, prendendo in considerazione non solo i partner ma anche le famiglie d’origine alle spalle.
La coppia non è io più tu come entità separate, la coppia è un sistema dato dal ‘Noi’. Non un ‘Noi’ inteso come fusione tra tu e io, bensì un Noi inteso come qualcosa che andiamo a costruire insieme, con la nostra intimità, i nostri valori e nei nostri progetti. Una coppia costruisce così una sua sottocultura, con un proprio linguaggio, dei propri principi, dei propri valori.
Anche se formiamo una coppia, arriviamo all’unione con due storie di vita diverse, da due famiglie diverse, da due sistemi familiari con due mondi completamente diversi, con usi, costumi, abitudini, valori, ma anche modi di essere, di pensare e di vivere profondamente diversi. Ognuno dei due partner ha le sue aspettative, le proprie credenze e un proprio modello di coppia, sviluppatosi in conseguenza della famiglia d’origine che ha alle spalle.
Questo non costituisce di per sé uno svantaggio o un problema, l’importante è esserne consapevoli, o arrivare ad esserne consapevoli.
In alcune coppie la famiglia d’origine può avere un influsso veramente importante, sia in positivo che in negativo. Questo anche perché certamente la propria famiglia rappresenta anche un grosso appoggio, un grosso aiuto e una grossa parte di affetto.
L’influenza della famiglia in una coppia
Arriviamo in coppia con un prototipo di figura maschile e un prototipo di figura femminile, che provengono inevitabilmente dalla famiglia di cui facciamo parte. L’idea che noi abbiamo dell’uomo, della figura maschile, della figura paterna e l’idea della donna, della figura femminile, della figura materna, ci vengono date appunto dalla nostra famiglia.
Questo non significa che dobbiamo riprodurre questi modelli nella nostra coppia, non accade certamente sempre così.
Spesso questi modelli sono alla base delle aspettative che abbiamo poi nei confronti del nostro partner. È naturale ed inevitabile. E anche qui la consapevolezza è importante, per evitare di avanzare aspettative o spingersi in idealizzazioni dell’altro. Dobbiamo avere la capacità di non idealizzare il partner in ruoli o dinamiche comportamentali che non fanno parte dell’altro e del suo modello di coppia.
Noi siamo come sono mio padre e mia madre?
Facciamo un esempio di quanto può influire il proprio modello famigliare all’interno della coppia:
Immagina un giovane uomo cresciuto in una famiglia patriarcale con un padre molto autoritario e una madre dedicata alla cura della casa e della famiglia.
È possibile che questo giovane uomo sia molto attirato da una donna antitetica a ciò che ha vissuto in famiglia, quindi una donna spiccatamente indipendente, dedita al lavoro e ricca di interessi.
Probabilmente questo uomo sarà attratto dalla diversità di questa donna. Ma passata la fase dell’innamoramento, in cui va generalmente tutto bene, poi si renderà conto che effettivamente è molto diversa dal modello di donna di cui ha avuto esperienza, appunto perché aveva una madre molto dedita alla cura della famiglia.
Può succedere quindi che il nostro uomo a questo punto vada in crisi. Perché le aspettative dell’uomo si discostano da quelle della sua partner. Nascono così incomprensioni e inizia l’allontanamento tra i partner, che cominciano a pensare di non essere più compatibili, anche se non è sempre così in realtà.
Miti e mandati familiari che ci trasciniamo in coppia
Spesso noi arriviamo comunque nella coppia, portando dentro di noi dei miti e dei mandati che derivano dalla nostra famiglia. Si tratta di credenze che abbiamo in famiglia, accettate da tutti in maniera indiscutibile, e che creano proprio l’identità della famiglia. Ad esempio il mito del lavoro, oppure il mito del calore familiare e della numerosità.
Quindi i figli di queste famiglie probabilmente si sentono in dovere di portare avanti le ‘prescrizioni’ proprie della famiglia. Sentono ad esempio il dovere di mandare avanti il lavoro della famiglia, oppure si sentono in “dovere” di creare delle famiglie numerose proprio perché tale mito del calore di una famiglia numerosa faceva parte della sua famiglia di origine.
Spesso dentro di noi abbiamo questi miti, questi mandati familiari che ci influenzano anche la scelta del partner. Spesso quindi scegliamo inconsciamente il nostro partner in maniera “allineata” a quello che la famiglia si aspetta.
Scelgo l’altro per somiglianze e differenze con mia madre o mio padre
Può accadere quindi che la scelta del nostro partner sia in linea con ciò che è la nostra famiglia di origine, ma succede anche l’opposto.
Può accadere infatti che ci ribelliamo a quello che la famiglia si aspetta, desidera o ci ha tramandato. Anche questo accade inconsciamente il più delle volte.
Quando scegliamo il nostro partner, lo facciamo spesso per somiglianza o per differenza con il genitore di sesso opposto.
Per esempio: il giovane uomo che ha una madre forte e autorevole, è probabile che si ritrovi a scegliere una donna forte, autorevole e indipendente come sua madre.
Oppure: la giovane donna con un padre molto accogliente e paziente, potrebbe trovarsi a scegliere un partner con lo stesso carattere del padre.
Questa non è una regola ma effettivamente succede spesso così.
I 2 compiti essenziali per uno sviluppo armonioso della coppia
Nella coppia formata dai partner, convivono le influenze e le interferenze anche di suoceri, nuore, generi, genitori… che spesso portano anche a forti conflittualità.
Per uno sviluppo armonioso della coppia è necessario portare a termine due compiti imprescindibili:
1. Definire i confini con le famiglie di origine.
2. Costruire un legame con la famiglia d’origine del partner
Definire dei confini non vuol dire escludere le famiglie di origine, ma chiarire e impostare dei paletti nei ruoli che le famiglie di origine hanno accanto a questa nuova coppia che si è costituita. Definire assieme questi confini è necessario per essere riconosciuti e rispettati come coppia.
Anche se ci può sembrare banale, non è così scontato. In realtà questo non sempre accade.
Un altro compito che la coppia deve affrontare per il proprio sviluppo è quello di costruire un legame con la famiglia d’origine del partner.
Questo aspetto è importante, così come è importante anche il rapporto tra le famiglie di origine dei due partner. La coppia che si crea, si inserisce anche in quel tipo di sistema familiare che è la famiglia del partner, in quel tipo di mondo.
Rimango solo figlio o riesco a diventare anche partner?
In tantissimi casi non siamo ben differenziati dalla nostra famiglia di origine. Questo accade ad esempio quando ci troviamo ancora molto attaccati alla famiglia di origine solo in ruolo di figli, in particolare nel ruolo di figli esecutivi, nel senso che portiamo avanti ciò che la famiglia desidera.
Se accade che non arriviamo a capire ciò che desideriamo noi, è difficile da figlio diventare anche compagno e preservare una sana relazione di coppia.
Ovviamente non smettiamo di essere figli per diventare esclusivamente partner. Noi rimaniamo sempre figli, per tutta la vita, ma le diverse fasi del ciclo vitale ci portano ad assumere ruoli che occupano più o meno spazio.
Quando entriamo in coppia, dovremmo essere più partner che figli. Dovremmo occuparci di ‘integrare in modo positivo e volontario il tuo mondo nel mio’.
Se noi siamo solo figli dei nostri genitori, il nostro partner si troverà in difficoltà. Io ho un mondo mio, l’altro ha un mondo suo, e l’ideale sarebbe integrare un mondo nell’altro, per creare un mondo “nostro”, condiviso.
Ad esempio: se ho un partner con una famiglia molto socievole, accogliente e aperta di mente, io posso lasciarmi influenzare positivamente da questo e diventare anch’io un po’ così, anche se io magari vengo da una famiglia piuttosto chiusa.
All’opposto il ragazzo/uomo che ha una partner con una famiglia tradizionalista, legata ai valori familiari e alle feste comandate, può farsi influenzare da tutto ciò che è proprio della famiglia della sua partner e non magari della sua.
Le ferite che ci portiamo dietro dalla nostra famiglia di origine
Se una giovane donna ha avuto l’esperienza di un padre assente o disimpegnato, può aver sviluppato una ferita di abbandono, di rifiuto. Una ferita che può facilmente riaprirsi nel rapporto con il partner. Magari non nella fase iniziale dell’innamoramento, ma successivamente questa giovane donna può ritrovare e risentire questa ferita aperta di abbandono o di rifiuto che non è riuscita precedentemente a “curare “e ad accogliere.
In questi casi è fondamentale la funzione della psicologia e della psicoterapia. È importante intraprendere un percorso che abbia l’obiettivo di curare determinate ferite che ci portiamo dietro dalla nostra famiglia di origine, per fare in modo che non siamo completamente scoperti e vulnerabili quando nelle nostre relazioni ci troviamo ad avere a che fare con queste ferite.
Ad esempio: un giovane uomo che ha vissuto nella sua infanzia e adolescenza l’esperienza di una madre aggressiva e poco comprensiva può sviluppare una ferita di umiliazione o una scarsa autostima. Qualora la sua partner lo metta davanti alla sua ferita può svilupparsi la crisi di coppia, perché effettivamente i partner non sono in grado di affrontare questa difficoltà.
È importante quindi essere consapevoli che le famiglie di origine sono molto presenti nelle coppie, e giocano un ruolo chiave nella definizione di ciò che siamo in coppia.
Il vero amore presuppone comunque il fatto di vedere ed accettare il partner per ciò che lui è, e non ciò che noi vorremmo che lui sia.
Vedere il lato positivo nella crisi di coppia
Dobbiamo cercare di “allenare la nostra mente a vedere il lato positivo di ogni situazione”, anche quando ci troviamo in una situazione di crisi.
Nella crisi, come proprio vuole l’etimologia della parola, è insita un’opportunità, una possibilità di scelta.
Spesso, fin quando non andiamo in crisi, continuiamo per inerzia a fare determinate cose e non ci chiediamo se realmente hanno senso per noi.
La crisi porta con sé sempre un’opportunità, in questo caso è l’opportunità di farci riscegliere l’altro, per la seconda, terza, quarta, quinta volta. Perché quando andiamo in crisi, spesso alla fine riscegliamo l’altro.
Spesso le coppie in crisi non sono coppie che sono finite, ma sono coppie che in realtà sentono e capiscono di amarsi ancora.
Questo provoca nei partner ancora più frustrazione, perché si amano ma non riescono ad andare oltre la loro crisi.
Come superare positivamente una crisi di coppia
Andare dallo psicologo o dallo psicoterapeuta può aiutare a illuminare l’amore dei due partner, può aiutare a stare insieme veramente andando oltre il buio dei propri litigi, può aiutare a ritrovare l’intimità della coppia e ad avere più consapevolezza di sè come singoli e come coppia.
Intraprendere un percorso di terapia quando si affronta una crisi di coppia, serve a trovare nuovi punti di vista, a imparare ad accettare e accogliere l’altro per ciò che è realmente.
La psicoterapia non fa magia né fa miracoli, ma certamente è un’esperienza importante per vedere e capire qual è la soluzione migliore per ritrovare l’equilibrio e la serenità nella coppia.
Questo articolo è tratto dall’intervento della Dr.ssa Caryn Vallesi all‘evento Psiché ‘La psicologia e il benessere‘ del 7 Aprile 2019 a Riccione.
La Dr.ssa Caryn Vallesi è Psicologa, con specializzazione in corso in Psicoterapia Sistemico-Relazionale. Svolge colloqui a individui, coppie e famiglie, ponendo particolare attenzione alle relazioni e al sistema familiare. Inoltre, come Psicologa del Lavoro, si occupa di supporto al disagio lavorativo e promozione del benessere organizzativo.
P.S. La Dr.ssa Vallesi aderisce all’iniziativa sociale #iovadodallopsicologo.
L’iniziativa offre la possibilità di richiedere un voucher per una consulenza individuale gratuita con uno psicologo/psicoterapeuta aderente all’iniziativa, proseguendo con 5 sedute ad un costo agevolato di €40 per singolo incontro.
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L’ONU ha previsto che alcuni paesi, tra cui il nostro, vedranno la loro popolazione dimezzata nei prossimi cinquant’anni. I tassi di nuzualita’ e natalità, gia’ prima della pandemia, erano ai minimi e in continua discesa. Secondo l’associazione avvocati divorzisti nel 2020 le separazioni sono aumentate del sessanta per cento.
La pandemia è come l’ultima spinta contro un edificio, quello della famiglia, che stava già crollando.
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